Leggi il soliloquio di Shakespeare “Tomorrow, and tomorrow, and tomorrow” da Macbeth di seguito con traduzione e analisi in inglese moderno, oltre a una performance video.
“Tomorrow, And Tomorrow, And Tomorrow”, parlato di Macbeth, atto 5, scena 5
Ci sarebbe stato un tempo per una parola del genere.
Domani, e domani, e domani,
Si insinua a questo ritmo insignificante di giorno in giorno
Allultima sillaba del tempo registrato,
E tutti i nostri ieri hanno illuminato gli sciocchi
La via per la morte polverosa. Spenta, spenta, breve candela!
La vita è solo unombra che cammina, un povero suonatore
Che si pavoneggia e si agita la sua ora sul palco
E poi non si sente più: è una favola
Raccontato da un idiota, pieno di rumori e furia,
che non significa nulla.
Traduzione soliloquia di “Tomorrow, And Tomorrow, And Tomorrow”:
Come si allungavano i giorni – ognuno il uguale a quello precedente, e avrebbero continuato a farlo, noiosamente, fino alla fine della storia. E ogni giorno che abbiamo vissuto è stato lultimo giorno della vita di qualche altro sciocco, ogni giorno un puntino di candela che gli mostra la via per il suo letto di morte. Spegni la candela: la vita non era altro che unombra che cammina – un povero attore – che attraversa tutte le emozioni in unora sul palco e poi si inchina. Era una storia raccontata da un idiota, piena di rumore e passione, ma priva di significato.
Guarda “Tomorrow, And Tomorrow, And Tomorrow” Soliloquy Performed (0:48)
Perché “Domani, e domani, e domani” è un soliloquio così famoso?
Il brano è pieno di significato e si può dire così tanto al riguardo. Ma possiamo guardarlo solo per il modo in cui Shakespeare usa le immagini. Se lo facciamo ci viene ricordato che qualsiasi idea che il Bardo non sia il più grande utilizzatore della lingua inglese di sempre sarebbe assurda.
In questo momento la sofferenza di Macbeth è intensa e sta diventando insopportabile. Il fantasma della sua vittima lo sta perseguitando, la sua colpa lo sta torturando, i suoi nemici si stanno avvicinando a lui, sua moglie è impazzita e ora ha appena sentito che si è suicidata. Ci aspetteremmo una risposta con un linguaggio che esprima uno stato danimo selvaggio e disperato. Questo è quello che sembra, con la sua mente che salta da unidea allaltra senza alcuna logica. Menziona il tempo, poi le candele, la recitazione e il teatro, le ombre e un racconto raccontato da un idiota.
Non cè logica intellettuale nello sviluppo del brano, ma la logica poetica e immaginativa rende il pezzo molto stretto, e uno dei risultati più notevoli che si possano trovare nella poesia inglese.
In questo soliloquio Macbeth è un uomo per il quale la vita ha smesso di avere significato. Inizia con unaffermazione dellinutilità della vita e del tempo stesso con immagini del tempo – domani, ieri, giorno, tempo registrato – usando un ritmo che allunga il tempo, facendolo strisciare.
Poi cè un accenno alla luce, ma è solo la luce del giorno a guidarci nelloscurità della morte. La luce è venuta naturalmente dalle immagini del tempo, in particolare dalla parola “giorno”. Nella morte quella luce si spegne, come una candela, che è limmagine successiva, e la luce di una candela è breve, come la vita, rispetto al lungo periodo della notte a venire. Le candele proiettano ombre, che danno origine allimmagine successiva, la vita come unombra che cammina.
Unombra che cammina è un altro termine per un attore sul palcoscenico, quindi lombra proiettata dalla candela crea limmagine del attore sul palco. Lattore recita i drammi e langoscia di un essere umano, impettito e agitato, ma questo dura solo per la performance, poi torna a casa e non lo senti più. La sua passione è stata superficiale, solo un atto e per un tempo molto breve. Tutto ciò è una rappresentazione della vita: è pieno di passione vuota che è solo il delirio di un idiota: non dura e non ha senso.
È un breve brano di versi che riassume, non solo una stanchezza della vita ma unintera filosofia di vita e la sua futilità. Ogni immagine ne fa nascere una nuova e la bella logica si sviluppa in questo modo. E cattura perfettamente lo stato danimo di chi parla. Non cè da stupirsi che sia uno dei passaggi più famosi della poesia inglese.
Macbeth consegna il suo domani e domani e domani soliloquio
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