Studi classici e carriera (1330–40)
Trascorse lestate del 1330 a Lombez, in Francia, il vescovo di cui era un vecchio amico bolognese, Giacomo Colonna. Nel 1335 vi ricevette una canoneria ma continuò a risiedere ad Avignone al servizio del cardinale, con il quale rimase fino al 1337. A parte lamore per Laura, questo periodo fu importante per Petrarca. Erano anni di ambizione e studio incessante (in particolare nel campo del latino classico). Sono stati anche anni di viaggio. Nel 1333 il suo viaggio lo portò attraverso la Francia, le Fiandre, il Brabante e la Renania, dove visitò uomini di cultura e cercò nelle biblioteche monastiche manoscritti classici “perduti” (a Liegi scoprì copie di due discorsi di Cicerone). donata una copia delle Confessioni di SantAgostino da un amico e confidente spirituale, il monaco agostiniano Dionigi di Sansepolcro, e la utilizzerà sempre più come breviario della sua vita spirituale.
Queste esperienze mettere maggiormente a fuoco la missione di Petrarca come ostinato sostenitore della continuità tra la cultura classica e il messaggio cristiano. Facendo una sintesi dei due ideali apparentemente contrastanti – considerando luno come la ricca promessa e laltro come il suo compimento divino – può afferma di essere il fondatore e il grande rappresentante del movimento noto come umanesimo europeo, rifiutando largomentazione sterile e le infinite sottigliezze dialettiche di cui la Scolastica medievale era diventata preda e urna per valori e illuminazione al peso morale del mondo classico. Nel 1337 visitò per la prima volta Roma, per essere agitato tra le sue rovine dallevidente grandiosità del suo passato. Al suo ritorno ad Avignone cercò rifugio dalla sua vita corrotta – il papato in quel momento era completamente assorbito da questioni secolari – e poche miglia a est trovò la sua “bella solitudine transalpina” di Vaucluse, che in seguito sarebbe diventata una amato luogo di ritiro.
La cronologia degli scritti di Petrarca è alquanto complicata dalla sua abitudine di rivedere, spesso ampiamente. Quando scoprì Vaucluse, tuttavia, aveva scritto molte delle singole poesie che doveva includere nelle Epistolae metricae (66 “lettere” in versi latini di esametri) e alcuni dei volgari Rime ispirati dal suo amore per Laura. A Vaucluse iniziò a lavorare sullAfrica, un poema epico sul tema della seconda guerra punica. Iniziò anche a lavorare sul De viris illustribus, inteso come una serie di biografie di eroi della storia romana (successivamente modificati per includere uomini famosi di tutti i tempi, a cominciare da Adamo, come desiderio del Petrarca di sottolineare la continuità tra gli ideali dellAntico Testamento, di il mondo classico e del cristianesimo è cresciuto).