Mea culpa (Italiano)

Nella forma attuale del Confiteor utilizzato nella celebrazione della Messa, il mea culpa è detto tre volte, la terza volta con laggiunta dellaggettivo maxima (“molto grande”, solitamente tradotto come “più grave”) ed è accompagnato dal gesto di battere il petto.

Confíteor Deo omnipoténti
et vobis, fratres,
quia peccávi nimis
cogitatióne, verbo,
ópere et omissióne:
mea culpa, mea culpa,
mea máxima culpa.
Ideo precor beátam Maríam sempre vírginem,
omnes angelos et sanctos,
et vos, fratres ,
oráre pro me ad Dóminum Deum nostrum.

Confesso a Dio onnipotente
ea voi, fratelli miei,
che ho gravemente peccato,
nei miei pensieri e nelle mie parole,
in quello che ho fatto e in quello che non sono riuscito a fare,
per colpa mia , per colpa mia,
per mia maggior parte grave colpa;
pertanto chiedo alla beata Maria sempre Vergine,
tutti gli angeli e i santi,
e voi, fratelli miei,
di pregare per me il Signore nostro Dio.

Secondo Adrian Fortescue, linclusione nel Confiteor della frase mea culpa può essere fatta risalire solo al XVI secolo.

Tuttavia, la frase latina mea culpa era usata, anche in un contesto inglese, prima di allora. Troilus e Criseyde del XIV secolo di Geoffrey Chaucer lo usano in un modo che mostra che era già una frase religiosa tradizionale: “Ora, mea culpa, signore! I me repente. “

Sebbene il Confiteor non facesse parte della Messa, veniva usato per amministrare il sacramento della Penitenza. In alcune forme includeva già la frase mea culpa. Così la Paenitentiale del IX secolo Il Vallicellano II aveva un mea culpa (senza massimi) ripetuto tre volte nella sua forma elaborata del Confiteor.

Intorno al 1220, il rito di penitenza pubblica a Siena per coloro che avevano commesso un omicidio richiedeva al penitente di lanciare per tre volte a terra, dicendo: Mea culpa; peccavi; Domine miserere mei (“Per colpa mia. Ho peccato. Signore, abbi pietà di me”).

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *