Marte, antica divinità romana, seconda per importanza solo a Giove. Poco si sa del suo carattere originale, e quel personaggio (principalmente dal culto di Roma) è interpretato in modo diverso. È chiaro che in tempi storici si era sviluppato in un dio della guerra; nella letteratura romana era protettore di Roma, una nazione orgogliosa della guerra.
I festival di Marte a Roma si sono svolti in la primavera e lautunno: linizio e la fine sia della stagione agricola che di quella militare. Il mese di marzo, che prese il suo nome, fu particolarmente pieno di feste in tutto o in parte in suo onore; i membri dellantico sacerdozio dei Salii, che erano particolarmente associati a Giove, Marte e Quirino, uscirono più volte durante il mese per ballare la loro danza di guerra cerimoniale in armature antiquate e cantare un inno agli dei. Ottobre è stato anche un mese importante per Marte. Alla festa del cavallo di ottobre, il 15 ottobre, si tenne una corsa di carri a due cavalli nel Campo Marzio e il 19 ottobre lArmilustrium segnava la purificazione delle armi da guerra e il loro deposito per linverno. Il dio era invocato nellantico inno dei Fratelli Arval, i cui doveri religiosi avevano come scopo quello di tenere lontani i nemici di ogni tipo da raccolti e armenti.
Fino ai tempi di Augusto, Marte aveva solo due templi a Roma: uno era nel Campo Marzio, campo di esercitazione dellesercito; laltro era fuori Porta Capena. Allinterno della città cera un sacrario (“santuario”, o “santuario”) di Marte nella regia, originariamente la casa del re, in cui erano custodite le sacre lance di Marte; allo scoppio della guerra il console dovette scuotere le lance dicendo: “Mars vigila” (“Marte, svegliati!”).
Sotto Augusto ladorazione di Marte a Roma ottenne un nuovo impulso; non solo era custode tradizionale degli affari militari dello stato romano ma, come Marte Ultore (“Marte il vendicatore”), divenne il guardiano personale dellimperatore nel suo ruolo di vendicatore di Cesare. Il suo culto a volte rivaleggiava con quello di Giove Capitolino, e verso il 250 d.C. Marte divenne il più importante dei militares (“dei militari”) adorato dalle legioni romane. In letteratura e arte si distingue a malapena dal greco Ares.
Esistono diversi miti romani su Marte. In uno, Era lo partorì, senza Zeus, al tocco di unerba magica donatale da Flora. In un altro, era il padre di Romolo e Remo da Rea Silvia, una Vergine Vestale. Ovidio, in Fasti, racconta il tentativo di Marte di sedurre Minerva. Nellunico mito puramente romano, viene indotto a sposare lanziana Anna Perenna.