Legalismo, scuola di filosofia cinese che raggiunse importanza durante la turbolenta era degli Stati Combattenti (475-221 a.C.) e, grazie allinfluenza dei filosofi Shang Yang, Li Si e Hanfeizi , costituì la base ideologica della prima dinastia imperiale cinese, i Qin (221-207 a.C.).
I tre precetti principali di questi filosofi legalisti sono la rigorosa applicazione di leggi ampiamente pubblicizzate (fa), lapplicazione di tecniche di gestione (shu) come responsabilità (xingming) e “non mostrare nulla” (wuxian) e la manipolazione dellacquisto politico (shi).
I legalisti credevano che le istituzioni politiche dovessero essere modellate in risposta al realtà del comportamento umano e che gli esseri umani sono intrinsecamente egoisti e miopi. Pertanto larmonia sociale non può essere assicurata attraverso il riconoscimento da parte delle persone della virtù del loro sovrano, ma solo attraverso un forte controllo statale e unassoluta obbedienza allautorità. I legalisti sostengono d governo da un sistema di leggi che prescrivevano rigidamente punizioni e ricompense per comportamenti specifici. Sottolineavano la direzione di tutte le attività umane verso lobiettivo di aumentare il potere del sovrano e dello stato. La brutale attuazione di questa politica da parte dellautoritaria dinastia Qin portò al rovesciamento di quella dinastia e al discredito della filosofia legalista in Cina.